Postato il 01 marzo 2016
Sta per finire la stagione estiva: il sole e l’arsura che la caratterizzano, lasceranno il posto alle prime piogge e per noi automobilisti cambieranno radicalmente le condizioni di guida. Al gesto di tirar giù l’aletta parasole si sostituirà quello di attivare i tergicristallo e alle rassicuranti curve su asfalto asciutto quelle più incerte su strada viscida e scivolosa.
Riscopriamo il nostro lato invernale di guidatori.
Sembrerebbe una domanda con poco senso: è bagnato. Ma parlando di pioggia sappiamo tutti che vi sono una serie di situazioni che stanno tra la pioggerellina che inumidisce la strada e l’acquazzone che la inonda copiosamente.
Sono le prime gocce di pioggia quelle più insidiose: infatti la pioggia, mischiandosi alla polvere, talvolta all’olio, rende la superficie stradale particolarmente viscida e scivolosa, più di quanto realmente lascino intuire le impressioni visive. Non perfettamente consapevoli delle mutate condizioni del manto stradale, può capitare di affrontare una curva o una frenata come se il fondo fosse asciutto, con la spiacevole sorpresa di sentire che l’auto non risponde alle nostre aspettative: la curva si allarga e la frenata si allunga.
In un’altra guida abbiamo parlato di guida “difensiva” o meglio ancora “prudente”. Beh, quando piove bisogna essere prudenti all’ennesima potenza e fare della nostra guida l’esempio della delicatezza applicata all’auto, anche se oggi ci sono tante sofisticatezze elettroniche che sorvegliano le nostre “insensatezze” alla guida. Però vi è anche un limite fisico oltre il quale non vi è aiuto elettronico che tenga. Perciò ricordiamoci che con la pioggia le ruote facilmente slittano non solo in trazione ma anche nella loro capacità di tenuta laterale, che la percezione e la visibilità sono ridotte, che la cura della propria auto deve essere al massimo.
L’ideale è prevedere le situazioni e quindi rallentare l’auto col freno motore. Se questo non è sufficiente, toccare il pedale del freno con dolcezza e in anticipo rispetto a ciò che si fa normalmente: ciò permetterà a chi segue di conoscere per tempo le nostre intenzioni. Certo oggi molte vetture sono dotate dell’ABS (sistema elettronico che impedisce il bloccaggio delle ruote) ma questo non giustifica frenate all’ultimo momento. Può capitare inoltre che la strada non sia uniformemente bagnata e quindi che una metà della vettura si trovi a scorrere su asfalto più bagnato rispetto all’altra: vi è il rischio che una frenata troppo violenta comprometta l’equilibrio della vettura ed il posteriore sbandi (sovrasterzo) (va meglio se la vettura è dotata di ESP, purchè la soglia di intervento non sia troppo alta).
In caso di pioggia in autostrada il limite di velocità si abbassa a 110 km/h, anche nei tratti autostradali in cui il limite è di 130 km/h. Occorre fare attenzione a tale limite perché il Tutor (sistema che misura la velocità media di un determinato tratto di autostrada) viene regolato di conseguenza. Sulle strade extraurbane principali il limite scende a 90 km/h.
Pressione di gonfiaggio. Una errata pressione (eccessiva o insufficiente) si traduce in un calo di rendimento del pneumatico, nella trazione, nella frenata, nella tenuta di strada, usurandolo altresì precocemente.
Spessore battistrada. Il codice della strada indica in 1.6 mm il limite oltre il quale il pneumatico deve essere sostituito. Tuttavia per avere prestazioni che garantiscano sufficienti prestazioni e sicurezza, non si dovrebbe scendere sotto i 4-5 mm. (dagli originali 7-8).
Tre:
Pneumatici. Giusta pressione di gonfiaggio e corretto spessore del battistrada garantiscono una buona trazione ed una migliore tenuta di strada.
Spazzole del tergicristallo. Sostituirle se vecchie: si eviteranno stridori fastidiosi e un parabrezza “annebbiato”.
Luci anteriori, posteriori e indicatori di direzione. Controllarne l’efficienza prima di partire: ci garantiscono di vedere ed essere visti.
Con acquaplaning si definisce il galleggiamento dell’auto su uno strato d’acqua che si raccoglie sulla superficie stradale (in particolar modo pozzanghere) e che annulla il contatto tra ruote e strada e porta alla perdita di controllo dell’auto.
Attenzione in particolare alle strade in cui i margini sono sopraelevati rispetto al centro, alla corsia di sorpasso delle autostrade vicino al guard-rail, alle strade in cattive condizione di manutenzione.
Normalmente le scolpiture del pneumatico rompono il velo d’acqua presente sul manto stradale espellendo dai lati l’acqua che si trova tra pneumatico e asfalto: la capacità di drenaggio è calcolata in 5-8 litri d’acqua al secondo alla velocità di 100 km/h. (a termine di paragone le gomme da pioggia delle vetture di formula 1 drenano 20 litri al secondo le anteriori e 30 litri al secondo le posteriori), con pneumatico con corretta pressione di gonfiaggio e perfette condizione dello spessore del battistrada. Aumentando la velocità, la capacità del pneumatico di espellere l’acqua si riduce sino a diventare insufficiente: ecco allora l’acquaplaning.
Molteplici sono i fattori che possono influire sull’origine:
lo spessore del velo d’acqua sulla strada (più è spesso maggiori probabilità di acquaplaning)
la velocità del veicolo (più è alta maggiori sono le probabilità di acquaplaning):
l’aderenza del pneumatico al manto stradale: la sua capacità di drenare l’acqua ogni secondo è inversamente proporzionale alla velocità.
le condizioni del battistrada del pneumatico: se lo spessore del battistrada è inferiore a 4-5 mm., la sua capacità drenante si riduce del 50% almeno.
la pressione di gonfiaggio del pneumatico: la giusta pressione permette al pneumatico di drenare efficacemente.
il peso del veicolo: maggiore è il peso, maggiore è la forza che esercita sull’asfalto e superiore è quindi il contatto con esso. Se però il maggior peso dipende dal carico del bagagliaio, l’avantreno si alleggerirà, con il rischio di perdere più facilmente la direzionalità.
la larghezza dei pneumatici. Se cresce l’impronta a terra del veicolo (e quindi la superficie che si oppone al velo d’acqua), molto maggiore deve essere la capacità del pneumatico di espellere l’acqua per riuscire ad aderire alla strada. Spesso pneumatici molto larghi si associano a vetture ad alte prestazioni: le case produttrici di pneumatici sono ben consce di questo problema e perciò creano, già all’atto del progetto dell’auto, mescole più morbide e scolpiture più efficaci, a ricordare la capacità drenante di un pneumatico di formula 1. Attenzione però se siamo noi a fare un up-grade alla nostra auto: innanzitutto controlliamo che la misura sia tra quelle riportate sul libretto di circolazione e poi sull’acqua grande attenzione.
Detto anche manto drenante, è una miscela di sostanze che rendono l’asfalto molto poroso, in grado quindi di allontanare l’acqua piovana dalla superficie della strada: non solo migliora la visibilità perché minore è l’acqua sollevata dalle ruote dei veicoli ma soprattutto elimina la possibilità dell’acquaplaning. Accanto a queste importanti proprietà, l’asfalto drenante assorbe una quantità del rumore prodotto dai veicoli, riduce il riverbero dai fari e resiste più a lungo all’usura.
Accanto a tanti benefici, un aspetto negativo di tale copertura sarebbe la possibilità che a temperature di 0°C (e al di sotto) l’acqua geli nelle porosità rendendolo più scivoloso.
Il codice della strada all’art. 153 “Uso dei dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione dei veicoli a motore e dei rimorchi” cita: “Di giorno, in caso di nebbia, fumo, foschia nevicata in atto, pioggia intensa, i proiettori anabbaglianti e quelli di profondita' possono essere sostituiti da proiettori fendinebbia anteriori”.
In pratica il loro uso non è consigliato a causa della loro posizione e del loro orientamento che crea un riverbero fastidioso per chi guida e per chi si incrocia.
Per quanto riguarda la luce posteriore per nebbia lo stesso articolo cita: “ In caso di nebbia con visibilita' inferiore a 50 metri, di pioggia intensa o di fitta nevicata in atto, deve essere usata la luce posteriore per nebbia qualora il veicolo ne sia dotato. “
Si fa espressamente riferimento a pioggia intensa: l’uso improprio può risultare pericoloso perché l’intensità del fascio luminoso rosso crea disturbo visivo a chi segue.
Usare il cruise control
Frenare bruscamente
Accelerare improvvisamente
Sterzare all’ultimo momento
“Stare sotto” all’auto che precede
Ridurre la velocità rispetto alle condizioni di asciutto. Oltre a garantirci un miglior controllo della vettura, permetterà di reagire con più tranquillità agli imprevisti.
Aumentare la distanza di sicurezza. La frenata sul bagnato richiede spazi superiori rispetto all’asciutto.
Rallentare utilizzando il freno motore. Togliere quindi il piede dall’acceleratore ed eventualmente scalare una marcia.
Frenare in anticipo e con minor forza rispetto all’asciutto. Ciò permette di mantenere una adeguata distanza da chi ci precede e di avvisare chi ci segue della nostra intenzione di rallentare.
Controllare gli pneumatici. Verificare la corretta pressione di gonfiaggio e la profondità del battistrada (non inferiore ai 4-5 mm. poiché al di sotto di questa soglia decadono le capacità drenanti).
Controllare i fari anteriori e posteriori, le frecce direzionali. Guidare nella pioggia è come guidare nel buio. La loro efficienza non solo ci permette di vedere meglio ma consente anche agli altri di notarci.
Controllare le spazzole del tergicristallo. Sostituire le spazzole se sono rinsecchite e vecchie. Sarebbe bene anche ogni tanto pulirle facendole scorrere tra il primo e secondo dito utilizzando della carta da cucina inumidita.
Controllare il livello del liquido lavavetro. Sarebbe una brutta sorpresa , dopo la pioggia, col parabrezza sporco di ciò che è stato sollevato dalle auto che precedono, trovarsi a secco.
Mantenere il centro della carreggiata. Si eviteranno pozzanghere, pedoni distratti, automobilisti (che viaggiano in senso contrario al nostro) troppo vicini alla linea di mezzeria.
Fermarsi nella prima area di sosta disponibile se l’intensità della pioggia è tale che i tergicristallo non puliscono a sufficienza il parabrezza.
Aggirare, se possibile, grosse pozzanghere. Non sappiamo cosa possano nascondere e inoltre l’acqua sollevata dal passaggio potrebbe bagnare le parti elettriche del motore, compromettendone il funzionamento.
Non affrontare le pozzanghere con eccessiva velocità. Si rischia di galleggiare sull’acqua e perdere il controllo della vettura (acquaplaning).
Essere delicati con i comandi (acceleratore, frizione, sterzo, freni).
Informarsi sulle condizioni della strada e del traffico, prima di intraprendere un viaggio.
Utilizzare il climatizzatore, per evitare l’appannamento del parabrezza.
Accendere le luci di posizione (gli anabbaglianti se la pioggia è intensa).
Stare a distanza da autobus e camion. La quantità d’acqua sollevata dalle loro ruote posteriori può rendere quasi nulla la visibilità.
Asciugare i freni con piccoli colpi al pedale, nel caso in cui si è costretti ad attraversa un tratto di strada allagato.