Postato il 24 Luglio 2008
Lo sapevate che il fumo di una sigaretta contiene più di 4000 sostanze chimiche?
Lo sapevate che esso è composto da una fase volatile ed una solida (particolato)?
Lo sapevate che nella fase volatile uno dei gas più tossici è il monossido di carbonio?
Lo sapevate che nel particolato vi sono 3500 composti diversi, di cui la nicotina è il più conosciuto e il catrame è il particolaro privato di acqua e nicotina?
Lo sapevate che fumare una sigaretta significa introdurre nell’organismo 10-15 miliardi di radicali liberi (i radicali liberi sono quelle molecole altamente instabili in grado di farci invecchiare prima – avete presente la cute grigiastra, le rughe sul contorno delle labbra, le zampe di gallina agli angoli esterni degli occhi - e di procurarci malattie, anche gravi)?
Lo sapevate che il fumo di sigaretta riduce i livelli di antiossidanti che noi possediamo, esponendoci ancor di più all’azione nociva dei radicali liberi?
Non lo sapevate? Questi sono dati scientifici.
Agghiacciante! Non lo pensate anche voi? Eppure si fuma, pur con le limitazioni introdotte dall’ex Ministro della Salute, Prof. Sirchia. Probabilmente di meno, ma si fuma.
Per aggirare l’ostacolo, vediamo nei ristoranti e nei locali di ritrovo un via vai, dentro e fuori, tanto è il desiderio di non privarsi di quello che per un fumatore è un piacere.
Ragioniamo un po’ ora da automobilisti. Fumare in auto: l’abitacolo, per quanto grande sia l’autoveicolo, è limitato e quindi tutto quanto indicato vi sopra si concentra in maniera clamorosa, trasformando il veicolo in una camera a gas.
Monossido di carbonio. E’ un nome che sicuramente avrete letto o avrete sentito nominare nei TG a proposito di morti per malfunzionamento delle calderine del riscaldamento domestico. Impedisce la giusta ossigenazione del sangue, con conseguenze che vanno dal semplice mal di testa, dal senso di giramento di testa sino ad esiti letali.
Certo, non è quest’ultima evenienza ciò che comporta il fumare in auto ma che questo veleno raggiunga rapidamente livelli di guardia nel microambiente dell’abitacolo è risaputo.
E poi anidride carbonica, ossidi di azoto, benzene e tante altre sostanze nocive.
E dulcis in fundo il famigerato Pm10. E’ una sigla che indica le cosiddette “polveri sottili”, quelle particelle invisibili (diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro) che sono il parametro di riferimento per la “circolazione si o circolazione no” degli autoveicoli nelle nostre città. Perché è pericoloso? Perché si accumula nei polmoni, causando danni.
Il fumatore potrebbe obbiettare che tira giù il finestrino o apre il tetto apribile quando fuma (anche in autostrada? quando piove? quando fuori dell’abitacolo siamo attorno allo zero?). E non basta tenere la sigaretta fuori dell’abitacolo per risolvere del tutto il problema, per il fumatore e per i trasportati (soprattutto i bambini).
Aggiungiamo poi l’aumentato rischio di distrazione e di disattenzione (come ad esempio prendere la sigaretta dal pacchetto, accendere la sigaretta, depositare la cenere) che viene imputato a chi fuma in auto: 15 incidenti su 100 sarebbero causati da questa diminuzione dell’allerta causata dal fumo di sigaretta.
Il fumatore afferma che oggi si sente ghettizzato. Non penso si voglia criminalizzare il fumatore ricordando le cose che avete letto, si vuole semplicemente rendere ognuno di noi partecipi di un problema di salute, che vale sia per i fumatori sia per i non fumatori.
Per migliorare la qualità della nostra vita a bordo dell’automobile sono stati fatti grossi passi avanti: nuovi materiali di rivestimento, climatizzatori sempre più sofisticati nell’impedire che gli inquinanti esterni entrino nell’abitacolo, vetri che riducono il calore che entra all’interno della nostra auto impedendo anche ai raggi ultravioletti di rovinare la nostra pelle (i raggi UVA passano attraverso il semplice vetro).
Vogliamo rovinare tutto con il fumo di una sigaretta? Non credo proprio, la vita è un bene troppo prezioso.
E poi, pensiamo anche all’auto: perché impregnare l’abitacolo di quell’odore “inossidabile”. Non vi pare?