Postato il 24 Luglio 2008
Vi domanderete: ”Ma quale pelle? Quella del volante? Quella della leva del cambio? Quella del rivestimento dei sedili?”. Beh, in parte si in parte no, perché prima di tutto parleremo della nostra pelle, in particolare quella delle nostre mani. Essendo Quattroruote una rivista di automobili per gli appassionati di automobili, quello che affronteremo è proprio il rapporto tra la nostra pelle e i materiali che rivestono gli interni.
Quando ci rechiamo in un autosalone per visionare una automobile e ci accomodiamo sul sedile di guida, la nostra vista ci dà il senso dello stile ma la sensibilità della pelle delle nostre mani ci fa apprezzare ciò che ci circonda: la qualità a bordo. La qualità delle plastiche, quella della pelle dei rivestimenti, la goffratura della plancia.
Vi sarà sicuramente capitato di avvertire diverse sensazioni toccando i materiali degli interni: alcuni appaiono quasi vellutati, gradevoli alla percezione, altri generano una sensazione non piacevole. Questo lo apprezziamo grazie alla sensibilità delle nostre mani.
Come gli esperti di Quattroruote ci insegnano la manutenzione del nostro autoveicolo, anche per la nostra pelle occorre seguire alcune regole per mantenerla in perfetta efficienza. Una delle cose che più comunemente altera la capacità della percezione tattile è la secchezza della cute, particolarmente avvertibile durante e dopo un inverno rigido come quello appena trascorso.
Il freddo e il clima rigido invernale facilitano infatti la perdita di acqua da parte della nostra pelle. Se a ciò aggiungiamo l’eventuale “mania” di lavare spesso le mani e di asciugarle sommariamente o di non usare i guanti quando provvediamo alla pulizia della nostra auto, ahimè il destino delle nostre mani è segnato: pelle sempre più secca, pelle che perde l’elasticità e non riesce più a seguire i movimenti delle dita (con conseguenti “taglietti” alquanto fastidiosi), pelle che facilmente si irrita creando una dermatite.
La stagione che si apre davanti a noi è certamente più clemente dal punto di vista climatico ma questo non significa ridurre le attenzioni che dobbiamo prestare alle nostre mani.
Cosa fare allora. Poche e semplici regole:
Ridurre i lavaggi della mani, limitandoli possibilmente ai momenti essenziali della giornata (es. i pasti).
Quando ci laviamo, evitiamo di usare l’acqua calda: è meglio tiepida. L’acqua calda infatti può rimuove il sottile ed invisibile rivestimento che ricopre la pelle.
Usare detergenti delicati.
Asciugare accuratamente le mani dopo ogni lavaggio, mai sfregando ma tamponando con l’asciugamano.
Applicare una crema idratante più volte al giorno, soprattutto subito dopo averle lavate.
Indossare guanti di protezione di vinile quando laviamo la nostra auto o provvediamo alla sua manutenzione: toccare oli minerali, grassi, scorie di attrito dei freni danneggia profondamente la pelle.
Più rare e legate più al passato le reazioni allergico-irritative alle mani legate ai rivestimenti interni dell’auto. Si tratta di reazioni connesse ai trattamenti che le plastiche e le pelli subiscono prima della destinazione finale. E’ lo specialista a coglierne le relazioni e a suggerire i possibili rimedi.
Più in sintonia con la stagione attuale, un altro problema può coinvolgere la nostra pelle: quello relativo alla sua esposizione ai raggi solari. Cosa c’entra l’automobile? C’entra e vediamo come. Il problema può riguardare coloro che per necessità di lavoro si trovano a trascorrere lunghe ore al volante.
L’impressione che l’essere racchiusi nell’abitacolo ci tuteli dall’ambiente esterno è relativamente vera. Certo il climatizzatore con i suoi filtri ha creato un microambiente che ci permette di evitare la temperatura torrida esterna e gli inquinanti, l’insonorizzazione ha reso i rumori esterni e interni più attenuati; i raggi solari invece, riescono a raggiungere la nostra pelle, in particolare la parte sinistra del viso (quella più esposta perché più vicina al finestrino), superando l’apparente difesa del vetro (con le dovute eccezioni di particolari e non comuni vetri).
Apparente perché un particolare raggio ultravioletto dello spettro solare riesce a passare attraverso il vetro: l’UVA. Accade così che persone che per motivi professionali hanno trascorso anni al volante, senza accorgersene potranno ritrovarsi con la parte sinistra del viso più rugosa e vecchia rispetto alla destra. Questo perché l’esposizione prolungata all’UVA induce piccoli e costanti danni alle strutture “portanti” della nostra pelle, accelerandone l’invecchiamento.
Quale consiglio suggeriamo per evitare una duplice età sinistra-destra? Uno solo, semplice, ma assolutamente efficace: se si deve affrontare un periodo prolungato al posto di guida, prima di sederci al volante applichiamo sul viso una crema protettiva contro gli ultravioletti con un alto fattore di protezione (sono le stesse creme che si usano al mare o in montagna). Questo garantirà la “giovinezza” della nostra pelle, sempre che, anche quando ci troveremo distesi su una spiaggia dorata baciati dal sole, adotteremo le stesse precauzioni. Se non lo faremo, avremo però una consolazione: non avremo il problema di un lato più vecchio dell’altro, perché tutto il nostro viso sarà invecchiato uniformemente. Siate saggi!