Laviamoci così!
Dott. Luciano Schiazza
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale
c/o InMedica - Centro Medico Polispecialistico
Largo XII Ottobre 62
16121 Genova
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Perché insaponare tutto il corpo? E’ piacevole sentire la schiuma su di noi ma facciamo bene a fare così?
E’ doverosa una premessa per giustificare quanto di seguito suggerirò. Vi parlerò del microbioma.
Che cosa è? E’ l’insieme dei microrganismi che vivono sul e nel corpo umano: si ritiene che siano 100 trilioni ossia 3 volte di più di quanto siano le cellule che compongono il nostro corpo. In peso? Oltre 1 chilo. Dobbiamo temerli? No, perché è dalla loro presenza che dipende l’equilibrio della nostra salute. Sono microrganismi positivi, utili.
Nasciamo con questi microrganismi? No, li acquisiamo: i neonati li incontrano per la prima volta nel canale del parto materno e ne vengono ricoperti. Nel caso di parto cesareo li incontrano sulla pelle della mamma e degli altri individui che li toccano.
La fonte successiva di microbi è il latte materno. Non sorprendiamoci e non schifiamoci al pensiero che nel latte materno vi siano dei batteri. Spesso pensiamo ai microbi come qualcosa di pericoloso per la nostra salute. Il latte materno è stato ed è la nutrizione ideale per lo sviluppo di un bambino e l’unico necessario per i primi sei mesi di vita. I batteri in esso contenuti non solo favoriscono la digestione del latte (carboidrati complessi e proteine glicosilate) ma allo stesso tempo rivestono la superficie dell’intestino impedendo l’adesione di microrganismi pericolosi (patogeni) per la salute del lattante. Possiamo quindi affermare che il latte contiene sia probiotici (microbi utili, in particolare Bifidobacteria) sia prebiotici (sostanze che aiutano i microbi a crescere e a mantenersi).
Ancora i neonati acquisiscono microbi dai loro padri, dai fratelli e dalle sorelle, dai parenti. Quando poi il bambino inizia a camminare incontra i microbi presenti sia nell’ambiente (terra e acqua), sia trasmessi da altre persone, da animali, dalle piante. E così anche con la dieta che varia. Ma la maggioranza di questi microbi ambientali non è capace di vivere negli habitat del corpo umano. E i nuovi microbi entreranno in competizione con quelli già presenti. Una volta che il microbiota ha raggiunto una sua stabile completezza con migliaia di specie diverse, i nuovi genereranno una selezione con la quale i nuovi microbi cercheranno il loro ambiente appropriato (luogo del corpo dove abitare e microbi già presenti). Ed allo stesso tempo il nostro corpo selezionerà i microbi utili e che non causino pericoli. E la loro densità varierà da area corporea ad altra area. La più alta densità la troveremo nell’intestino e nel colon in virtù della loro estensione in superficie: infatti se li distendessimo su di un piano raggiungeremmo le dimensioni di un campo da tennis. Ma ogni parte del nostro corpo esposta al mondo esterno presenta una comunità di microbi: quindi la pelle, le narici, i polmoni, l’apparato digestivo, il tratto urogenitale, ed ognuno con caratteristiche diverse sia come densità della presenza sia come caratteristiche dei microbi.
Quelli che più ci interessano sono in questo caso quelli della pelle. I microbi vivono su di essa, nei pori e nelle ghiandole sudoripare e nel fusto dei capelli. La composizione di questo microbiota varia da zona a zona: le aree di cute più asciutta come le braccia e le gambe avranno un numero minore e differenti microbi rispetto alle aree umide o oleose quali le ascelle e le pieghe nasali. Ad esempio lo Staphylococcus epidermidis di facile reperibilità sulla pelle agisce producendo dei composti che inibiscono lo Staphylococcus aureus, patogeno per l’uomo.
Torniamo adesso al titolo: laviamoci così. Non parlerò del lavaggio delle mani e dei denti. Naturalmente lavare frequentemente le mani (con acqua tiepida e normale sapone) soprattutto in situazioni che possono porci a contatto con microbi pericolosi, lavare i denti come consiglia il nostro dentista, significa dare una mano al nostro microbiota. Non occorreranno però, nella normalità quotidiana, speciali saponi o soluzioni dentali antibatteriche poiché il loro uso potrebbe alterare le nostre comunità microbiche rendendole potenzialmente vulnerabili all’invasione di patogeni.
Parliamo invece della doccia, quella che rende piacevole l’inizio della giornata o scarica la tensione della nostra attività sportiva. Insaponarci è un momento gioioso e rilassante. La schiuma è parte del rito e ci allontana dalla profusione di sudore che non risparmia centimetro del nostro corpo.
Però…dopo quanto avete letto, siete convinti che le vostre abitudini siano corrette? E’ possibile cambiarle senza per questo sentirci “sporchi” o non sufficientemente lavati?
Io dico di sì! E la nostra pelle ci ringrazierà.
Prima però è doveroso un suggerimento, che riguarda la difesa dell’ambiente in cui viviamo. Non sprechiamo l’acqua! Procuriamoci due secchi. In attesa che l’acqua esca calda dalla doccia, indirizziamo il getto nel primo secchio: vi accorgerete di quanta acqua raccogliamo. Questa è acqua pulita. Il secondo secchio teniamolo sotto di noi mentre facciamo la doccia: qui raccoglieremo l’acqua insaponata.
Alla fine ci ritroviamo con due quantità d’acqua che ci faranno risparmiare acqua per altri usi, ma soprattutto eviteremo di sprecarla inutilmente.
Per esempio, l’acqua del primo secchio potremo usarla per innaffiare i fiori, oppure la potremo usare per pulire il water (sicuramente quella saponosa), evitando di tirare la catena. I più temerari potranno usarla come “gavettone” per il risciacquo, a mò degli “ice buckett challenge” che hanno sostenuto una campagna pro SLA, anche se in questo caso gelata l’acqua non lo è. Se consideriamo la frequenza con cui si fanno le docce, ci renderemo facilmente conto di quali vantaggi otteniamo, sia sotto l’aspetto economico (la bolletta ringrazierà) sia per la difesa dell’ambiente (l’acqua è un bene prezioso). E ancora veicoleremo minor quantità di detergenti nello scarico e conseguentemente meno tensioattivi che possono inquinare l’ambiente.
Fatta questa doverosa premessa, cosa vi suggerisco su come fare la doccia?
Laviamoci così:
- Passiamo il getto della doccia su tutto il corpo
- insaponiamo per primo il cuoio capelluto
- passiamo poi alle ascelle
- di seguito la regione pubico-genitale
- infine la zona anale e la zona interna delle natiche.
Il risciacquo secondo lo stesso schema
- cuoio capelluto, avendo cura di abbassare la testa in avanti in maniera di non far scorrere il sapone sul nostro corpo
- poi a seguire ascelle, pube/area genitale ed infine zona anale/perianale
- ed infine una sciacquata d’acqua su tutto il corpo
Non ne siete convinti? Provate e noterete come le sensazioni al termine della doccia saranno positive.
Fatemi sapere. In fondo daremo anche una mano all’ambiente, meno spreco d’acqua, meno detergente, meno sostanze chimiche nell’ambiente.