LA FOLLICOLITE DA IDROMASSAGGIO
Dott. Luciano Schiazza Specialista in Dermatologia e Venereologia Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale Via Cesarea, 17/4 16121 Genova cell 335.655.97.70 - studio 010.590270 www.lucianoschiazza.it
Immergersi in una vasca da bagno calda dopo una giornata faticosa e godere dei suoi benefici effetti è uno dei piaceri che l’uomo ha sempre conosciuto e che sicuramente ognuno vorrebbe quotidianamente provare. Nella ricerca di aggiungere ulteriore piacere al piacere sono state inventate, anni fa, le vasche da idromassaggio in cui all’effetto distensivo dell’acqua si aggiungeva l’azione tonificante e corroborante di migliaia di bollicine destinate a “scontrarsi” con la nostra pelle.
Patria delle novità, gli Stati Uniti hanno visto rapidamente crescere il numero di questa delizia (a molti sicuramente il nome Jacuzzi, antesignano produttore di queste vasche, non è nuovo, visto che spesso viene usato come sinonimo di vasca da idromassaggio), che presto è diventata un“must” domestico.
A seguito di questa diffusione, sono allora cominciate le segnalazioni di una dermatite, localizzata soprattutto alle natiche ed alla faccia posteriore degli arti inferiori. Ben presto i dermatologi statunitensi sono arrivati ad un preciso inquadramento del problema, indicando questa patologia col nome di “splash rash dermatitis”: si trattava di una patologia infettiva dovuta ad una batterio, lo Pseudomonas aeruginosa (P.a.).
Che esso ne fosse la causa, fu la diretta conseguenza del suo isolamento non solo dalle lesioni cutanee ma anche dai filtri e dalle tubature della vasca del paziente.
Il perché di questa diffusione è da ricondursi alla facilità con cui lo P.a. colonizza tali sistemi:
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è un batterio che vive bene e si moltiplica dove vi è acqua,
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si nutre di sostanze organiche e composti azotati portati dal soggetto utilizzatore.
A ciò si aggiungono due fattori di rischio:
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la temperatura calda dell’acqua,
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la durata prolungata del bagno che non solo aumentano l’esposizione al batterio ma attraverso l’aumento dell’idratazione della cute ne facilitano la penetrazione nell’ostio follicolare dilatato,
ed infine
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la produzione da parte dello P.a. di uno strato di limo che impedisce il contatto con eventuale disinfettante clorato.
La localizzazione della dermatite dipende da quanta parte del corpo viene immersa nell’acqua.
L’incidenza della malattia probabilmente è superiore a quella nota poiché la dermatite da idromassaggio tende a risolversi spontaneamente in 7-14 giorni. Ciò però non deve far credere alla benignità assoluta del P.a.: esso può infatti dimostrare talvolta tutta la sua pericolosa potenzialità.
Pertanto, negando assolutamente ogni forma di allarmismo, si ritiene consigliabile, per chi dispone di tali sistemi a circolo chiuso d’acqua, di sottoporsi ad una doccia preventiva prima di immergersi (al fine di ridurre l’apporto di sostanze organiche) e di provvedere ad una accurata pulizia quotidiana dei filtri.