TROMBICULOSI o Trombidiosi
eritema autunnale, selvaggiume, gratirola, fuoco selvatico, prurito della mietitura, harvest mites, scrub itch, chiggers negli U.S.A.
Dott. Luciano Schiazza
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale
c/o InMedica - Centro Medico Polispecialistico
Largo XII Ottobre 62
16121 Genova
cell 335.655.97.70 - studio 010 5701818
www.lucianoschiazza.it
La trombiculosi è una parassitosi umana occasionale che si manifesta con una dermatosi con lesioni simili a punture di insetto. E’ causata da un acaro della famiglia delle trombiculidae, la Trombicula autumnalis, che vive sui vegetali, specialmente nelle boscaglie. Sono piccoli insetti rossi simili a granelli di sabbia. L'uomo è ospite occasionale e si contagia, durante l’estate-autunno, camminando o lavorando tra i cespugli, sugli alberi, ai margini dei boschi (contadini, boscaioli, potatori, cacciatori, cercatori di funghi, gitanti ecc.)
Ciclo vitale
Il ciclo vitale della trombicula autumnalis inizia con la deposizione al suolo delle uova, in primavera/estate. Dopo circa 10 giorni le uova si schiudono come larve con sei zampe. Sono di colorito rosso-arancio, di 0.1-0.2 mm di lunghezza.
Sono particolarmente abbondanti in tarda estate/autunno (fine agosto/fine ottobre). Le larve si nutrono sulla bassa vegetazione ma necessitano di un pasto di proteine animali per l’ulteriore sviluppo: di qui la necessità di attaccarsi ad un ospite (sia animale sia uomo).
Innanzitutto la trombicula non si nutre di sangue e solo la forma larvale può attaccare l’uomo.
La trombicula non scava cunicoli nella cute come l’acaro della scabbia. Si attacca alle zone glabre della pelle o sull’apertura di un follicolo pilifero e si nutre, per un periodo di 2-10 giorni, di una poltiglia di detriti cellulari epidermici resi disponibili dall’azione litica, sugli strati superficiali della cute, dalla loro saliva; terminato il pasto si distaccano e ritornano sul suolo, dove in 5-6 settimane si sviluppano in ninfa molto simili allo stadio adulto (4 paia di zampe) del parassita che raggiungeranno rapidamente.
Gli adulti non parassitano gli animali o l’uomo: vivono sul suolo nutrendosi dei fluidi delle piante o delle uova degli insetti o delle loro larve. La trombicula autumnalis preferisce un ambiente caldo e umido. In relazione alle condizioni climatiche, in un anno possono compiersi da 1 a 5 cicli completi.
In inverno il parassita è inattivo.
Le larve possono nutrirsi su una ampia varietà di specie animali. Sull’uomo cercano rapidamente le zone dove lo strato corneo è sottile e umido: caviglie, cosce, inguine, polsi.
Ciclo vitale della Neotrombicula autumnalis. 1–4 La larva con sei zampe si schiude e inizia a nutrirsi sulla pelle dei vertebrati (A). 5–6 Terminato il pasto la larva ritorna al suolo e si sviluppa in protoninfa (5), che si trasforma poi nella deutoninfa (6). 7–8 Dopo una fase di inattività come tritoninfa (7) si sviluppano le forme sessuali adulte (8); inizia poi la copulazione.
Le larve si attaccano alla pelle inserendo piccolissime parti specializzate della bocca nelle depressioni cutanee quali i pori o i follicoli dei peli e comunque solo la pelle sottile o dove la pelle forma delle rughe o delle pieghe.
La puntura non viene percepita subito e la sua presenza passa inosservata per almeno 1-3 ore da quando ha iniziato a nutrirsi. Durante questo periodo inietta con calma la sua saliva. Cosa causi il prurito e perché sia così intenso e così prolungato è da collegarsi a cosa avviene nell’epidermide quando la trombicula inietta la sua saliva nella vittima di turno. Questa saliva contiene un potente enzima digestivo che letteralmente dissolve i corneociti con i quali viene a contatto. Ciò per rendere disponibile il nutrimento a lei necessario.
Solo dopo alcune ore si formerà la struttura che è la causa del prurito: lo stilosoma. E’ una struttura simil-tubulare che si forma per l’azione della saliva sui corneociti e che funge da tubo di nutrimento attraverso il quale la trombicula succhia il tessuto liquefatto dalla saliva: è come se noi bevessimo un frullato attraverso una cannuccia.
Sono l’irritazione e l’infiammazione che esso crea nei tessuti circostanti a scatenare il prurito.
Se indisturbata la trombicula alternativamente inietta saliva e si nutre.
Più a lungo la trombicula si nutre e più lo stilostoma procede in profondità.
Dopo aver grattato a pelle con i cheliceri (CH) viene formato una struttura simile ad un canale (ST) che dalla bocca penetra nella pelle. Attraverso questo canale la linfa si nutre. Ai lati si osserva un infiltrato infiammatorio (II). Z, zampe; ST, stilostoma
La trombicula compie il proprio e pasto in 3-4 giorni: è l’unico pasto della sua giovinezza. Sull’uomo è però difficile che una trombicula riesca a completare il proprio pasto perché spesso allontanata accidentalmente o grattata via. Una volta allontanata non può più pungere e facilmente muore.
Il prurito raggiunge il suo massimo dopo 2-3 giorni dalla puntura. Sapendo che la causa del prurito è la reazione allergica allo stilostoma, ben si comprende come questo fastidio rimanga anche dopo che la larva si è staccata dalla pelle. Lo stilostoma viene eliminato lentamente dall’organismo (7-10 o più giorni).
Diversamente dalle zecche che aspettano pazientemente il proprio ospite, le trombicule corrono quasi costantemente. Si muovono verso ogni nuovo oggetto che si trova nel loro ambiente. Per verificare se vi siano trombicule nel proprio prato si può porre, verticalmente sul terreno un cartoncino nero o bianco: se ve ne sono, esse si muoveranno rapidamente sull'oggetto e si accumuleranno sul bordo superiore dove potranno essere osservate con una lente di ingrandimento, come giallastri.
Diversamente dalle zecche che aspettano pazientemente il proprio ospite, le trombicule corrono quasi costantemente. Si muovono verso ogni nuovo oggetto che si trova nel loro ambiente. Per verificare se vi siano trombicule nel proprio prato si può porre, verticalmente sul terreno un cartoncino nero o bianco: se ve ne sono, esse si muoveranno rapidamente sull'oggetto e si accumuleranno sul bordo superiore dove potranno essere osservate con una lente di ingrandimento, come giallastri.
La trombicula a. è molto veloce, grazie alle lunghe zampe. Per raggiungere la zona della cintura (una delle loro preferite) partendo ovviamente da terra, impiega 15 minuti. In 15 minuti percorre una lunghezza pari a 5000 volte la lunghezza del suo corpo. Immaginiamo un uomo in grado di scalare un’alta montagna in tale tempo e oltretutto a stomaco vuoto!
Una volta che è sulla pelle, impiega un’ora o più per cercare la zona ideale per mangiare. Se lungo il tragitto trova un ostacolo come una cintura od un elastico, non lo supera ma si ferma e incomincia a mangiare.
La distribuzione della trombicula a. sul territorio è a chiazze, con alternanza di aree completamente prive della loro presenza.
Le donne e i bambini sono i preferiti dalla trombicula a. non perché più infestabili rispetto all’uomo, ma perché hanno una pelle più sottile e quindi una superficie maggiore su cui la larva può nutrirsi.
Le trombicule, nella loro attività quotidiana, risentono della temperatura ambientale: infatti sono molto più attive nel pomeriggio e quando la temperatura al suolo è tra i 19° e ° C. Diventano completamente inattive sotto i 15° C mentre al di sotto dei 6°C muoiono. Inoltre è stato rilevato come le trombicule evitino oggetti più caldi di 37° C.
Quindi se facciamo una gita, fermo restando che vi possano essere delle trombicule nella zona, le rocce esposte al sole sono quasi sempre un luogo sicuro su cui sedersi.
Sintomatologia
L’uomo si infesta mentre lavora o cammina nei prati o nella bassa vegetazione e ne viene a contatto.
Le manifestazioni cutanee indotte dalla trombicula a. variano in rapporto
-
al grado di sensibilità allergica del soggetto,
-
all’abbigliamento indossato,
-
alla modalità di esposizione,
-
al grado di infestazione.
Nei soggetti non allergici si sviluppano, dopo 1-3 ore dalla puntura, solamente piccole macule rosse di 1-2 mm di diametro che recedono dopo pochi giorni.
Nelle persone sensibilizzate si possono sviluppare, dopo 1-2 ore, dei pomfi che possono essere seguiti da papule, papulo-vescicole.
Dal momento che le larve vivono sul terreno e non hanno le ali, esse si attaccano alle parti del corpo dell’ospite a diretto contatto col suolo. Gli animali più frequentemente infestati sono i piccoli roditori ed i cani, ma svariati animali domestici possono essere tramite dell’infestazione, come pure uccelli e rettili.
Quando il parassita si attacca all’ospite, si muove alla ricerca di aree in cui la cute è più sottile o dove gli indumenti sono più aderenti: lo troveremo quindi nelle pieghe del nostro corpo, dove la pressione trattiene i parassiti a contatto con la pelle (per es. elastici degli slip o del reggiseno), sui polsi, sulla superficie flessoria degli avambracci, sulle caviglie, sui cavi poplitei, sulle cosce, sui polsi, ma in fully clad field lavoratori le lesioni possono essere confinate alle mani, arms e collo mentre nei bambini esse possono essere diffuse in tutto il tegumento.
La dermatite è caratterizzata da numerose papule pruriginose. Inizialmente si sviluppa una piccola macula o un pomfo che dopo 24-48 ore si trasforma in una papula o papulo-vescicola, a volte emorragica. Il prurito di solito è molto intenso. Le lesioni possono persistere per diverse settimane . Conseguenza del grattamento sono le escoriazioni e la possibile infezione secondaria delle lesioni.
Anche i cani, possono essere infestati dalla trombicula. Su di essi si può osservare una dermatite papulo-vescico-crostosa, talmente pruriginosa e insopportabile che il cane si morde le zone in cui prova il fastidio. La dermatite si localizza attorno al naso, sulla parte anteriore delle zampe, sulla piegatura del ginocchio, davanti ai garretti, sull’addome, le cosce, le orecchie. Può essere presente anche desquamazione, alopecia secondaria e lesioni legate al grattamento.
Osservando attentamente l’animale, (specialmente con l’ausilio di una lente di ingrandimento), si potranno scoprire le larve di trombicula che appaiono come puntini di colore rosso-arancio che si muovono rapidamente sulla pelle e sugli oggetti in contatto con la pelle.
Terapia
Il trattamento sintomatico ha un beneficio limitato. Il prurito scompare nel momento in cui l’organismo elimina lo stilostoma.
Attenzione alla sovrainfezione. Questo è l’unico pericolo della trombiculosi. Non vi è rischio di trasmissione di malattia quale tifo, borreliosi, tularemia ecc.
Non è contagiosa e va curata, in caso di prurito intenso, con sintomatici (antistaminici per os e cortisonici topici); non sono necessari lavaggi particolari degli indumenti.
Come evitarla
Per prima cosa usare un vestiario adeguato quando si fa una gita o si lavor in campagna. Mai limitarsi a magliette con le maniche corte, a pantaloni corti e sandali: ci offriremmo indifesi all’infestazione se capitati in una zona a rischio. Bene invece indumenti di lana spessa, i pantaloni lunghi, le maglie e le camicie con le maniche lunghe, le scarpe alte o gli scarponi. Conviene altresì infilare il fondo dei pantaloni dentro le scarpe e tenere abbottonati i polsini ed il colletto.
Al ritorno a casa togliere subito gli indumenti e lavarli. Poi fare una doccia con acqua calda e sapone: lavandosi subito non solo si eliminano le larve che stanno correndo sulla pelle in cerca della zona da pungere ma anche quelle che sono già attaccate.
L’uso di repellenti per insetti è una misura efficace. Occorre applicarli sulla cute e attorno il bordo delle aperture dei vestiti, riapplicandoli ogni 2-3 ore.
Le trombicule odiano lo zolfo e quindi questo può rappresentare un ottimo alleato contro la trombicula. La polvere di zolfo chiamata zolfo sublimato e fiori di zolfo deve essere applicata attorno all’apertura dei pantaloni, delle calze e degli scarponi. Se ci si avventura in zona potenzialmente ricca di trombicule stendere la polvere anche sulla pelle delle gambe, delle braccia. Volendo si può fare una miscela, metà borotalco e metà zolfo.
Purtroppo lo zolfo ha un odore forte e unito al sudore diventa sgradevole. Può inoltre essere irritante per la pelle di alcune persone: se non lo si è mai usato, testarlo la prima volta su una piccola area di cute.
Da evitare assolutamente trattamenti con cherosene, ammoniaca,alcool, ecc.
Ricordarsi comunque che basta un delicato sfregamento per rimuovere le larve.