GRANULOMA DEGLI ACQUARI
(“swimming-pool” granuloma, “fish-tank” granuloma)
Dott. Luciano Schiazza
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale
c/o InMedica - Centro Medico Polispecialistico
Largo XII Ottobre 62
16121 Genova
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Gli acquari di uso domestico sono sempre più diffusi grazie al gradevole a variopinto mondo animale che ospitano.
La manutenzione è fondamentale per mantenere i giusti equilibri dei pesci tropicali che in esso vivono e spesso è lo stesso proprietario che se ne occupa.
Ed è proprio a seguito di tale pratica che l’uomo può contrarre una malattia denominata “micobatteriosi”. Infatti nelle acque dolci e salate si può trovare un microrganismo patogeno per i pesci (soprattutto Anabantidi, Caracidi e Ciprinidi) e per l’uomo, il Mycobacterium marinum (il suo habitat naturale è l’acqua), il quale può provocare lesioni alle mani negli addetti alla pulizia degli acquari (immergendo le mani senza guanti) (“fish-tank” granuloma) ed ai gomiti e alle ginocchia nei frequentatori di piscine (“swimming-pool” granuloma), spesso bambini (ma quest’ultima evenienza è molto più rara per l’efficace azione inibente del cloro).
Condizione necessaria perché si possa contrarre la malattia è avere la cute abrasa, anche solo in maniera superficiale. Spesso vi è la storia di un pregresso trauma.
Attraverso la soluzione di continuità della pelle il microrganismo può penetrare in essa; dopo un periodo medio di 2 settimane (da 1 settimana a 2 mesi) compaiono 1 (la maggioranza delle lesioni) o più noduli infiammatori (in quest’ultimo caso disposti lungo l’estensione di un vaso linfatico ad assumere la cosiddetta “forma sporotricoide”), non dolorosi, a lenta crescita, accompagnati talvolta da adenopatia satellite (ingrossamento dei linfonodi corrispondenti alla zona di cute interessata dal processo infiammatorio).
I noduli possono ulcerarsi e lasciar fuoriuscire un fluido giallastro. Le zone cutanee interessate, anche se apparentemente integre, sono quelle più soggette a traumatismo.
La terapia si basa sull’uso della minociclina, della doxiciclina, del clotrimoxazolo, della rifampicina. In caso di non guarigione (resistenza) occorre eseguire un antibiogramma per selezionare l’antibiotico utilizzabile con successo.