LA PEDICULOSI DEL CUOIO CAPELLUTO
Dott. Luciano Schiazza
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale
c/o InMedica - Centro Medico Polispecialistico
Largo XII Ottobre 62
16121 Genova
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In questi ultimi anni si è osservata un progressivo aumento dei casi di pediculosi del cuoio capelluto e nella scuola l’infestazione si è diffusa in maniera talmente coinvolgente da assumere connotati di disagio per gli alunni, per i genitori e per gli insegnanti.
Ciò non significa puntare l’indice contro gli operatori scolastici siano essi insegnanti o medici. I bambini oggi vivono spesso altre realtà di aggregazione, come le palestre, le piscine, i campi di calcio e ciò può favorire le condizioni affinché il pidocchio si diffonda.
La pediculosi del capillizio è diffusa in tutto il mondo, senza distinzione di classe sociale, anche se le condizioni di affollamento e scarsa igiene possono favorirla.
Per meglio comprendere tale infestazione analizzeremo:
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L’agente causale ed il suo ciclo biologico.
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Le modalità di trasmissione.
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Gli aspetti clinici.
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La terapia.
AGENTE CAUSALE E SUO CICLO BIOLOGICO
La pediculosi del cuoio capelluto è una infestazione causata da un pidocchio, il Pediculus humanus capitis (ordine Phthiraptera, subordine Anoplura).
E’ un piccolo insetto parassita senza ali, adattatosi a vivere esclusivamente sul cuoio capelluto dell’uomo. La femmina adulta, un po’ più grande del maschio, misura 2.4-3.5 mm., ha forma ovoidale, appiattita dorso-ventralmente, di colore grigiastro (dal grigio al nero).
Possiede tre paia di zampe fornite di uncini particolari che gli consentono di attaccarsi tenacemente ai capelli, esempio significativo di specializzazione biologica.
La femmina del pidocchio vive 3 settimane e depone sino a 7-10 uova al giorno (in media 5), per un totale di circa 300.
Le uova, dette lendini, vengono deposte 24-48 ore dopo l’accoppiamento, in relazione alla temperatura. Sono di forma ovale, allungata, poco più piccole di una testa di spillo (sono lunghe circa 1 millimetro), perlacee, traslucide, visibili ad occhio nudo, saldamente attaccate alla base dei capelli grazie ad una resina prodotta dalla stessa femmina.
Dopo 7-10 giorni di incubazione alla temperatura ottimale di 30-35 °C le uova maturano e si schiudono le ninfe che hanno già la forma dell’insetto adulto.
La ninfa si nutre di sangue sino a 5-6 volte al giorno e nel giro di tre passaggi (mute), in 7-13 giorni, raggiunge la maturità. Si ha una generazione completa in 3-4 settimane, con una durata della vita di circa 40 giorni.
I pidocchi si nutrono esclusivamente di sangue ed ogni femmina ne sottrae circa 1 mg al giorno.
Le lendini schiuse assumono un colore biancastro, diventando perciò più evidenti.
MODALITA' DI TRASMISSIONE
La trasmissione del pidocchio, poiché è incapace di volare o saltare, avviene quasi esclusivamente per contatto diretto testa-testa con capelli infestati di una persona e questo spiega perché siano colpiti principalmente i bambini ( con una incidenza elevata tra i 3 e gli 11 anni) per la facilità di contatto a scuola e nelle aree di gioco.
Meno frequente, ma da non trascurare del tutto, la trasmissione attraverso l’uso promiscuo e lo scambio di spazzole, pettini, fermagli per capelli, berretti, sciarpe, giubbotti con cappuccio oppure anche la vicinanza di soprabiti e cappelli sugli attaccapanni.
Tuttavia bisogna tenere conto che il pidocchio, lontano dal capo, sopravvive solo poche ore (48-72), sia per la mancanza di nutrimento sia per le condizioni non favorevoli dell’ambiente.
Il pidocchio non predilige le teste sporche, in quanto il suo nutrimento è il sangue; quindi la loro presenza non è indicativa di mancanza di igiene.
Una corretta igiene personale pertanto non protegge completamente dal rischio di contrarre la pediculosi come pure non vi è correlazione tra la pulizia dell’ambiente e l’infestazione.
Non esiste inoltre alcuna relazione tra la lunghezza dei capelli e la malattia per cui se i capelli corti rendono agevole l’individuazione dei pidocchi, non rappresentano di per sé una efficace misura di profilassi.
Tuttavia si raccomandano acconciature raccolte per i bambini e le bambine che abbiano capelli lunghi.
Le lendini vengono deposte alla base dei capelli, soprattutto nella zona occipitale, parietale e retroauricolare; la distanza dell’uovo dalla cute, sapendo che il capello cresce circa 0.3-0.4 mm al giorno, indica quanto tempo è trascorso dalla deposizione. Conoscendo i tempi del ciclo vitale del pidocchio, lendini presenti a più di 1.2 cm dal cuoio capelluto, in assenza di parassiti vivi o dopo adeguata terapia indicherebbero infestazione pregressa e non presente.
ASPETTI CLINICI
Le prime punture del pidocchio non si sentono perché nella saliva c’è una sostanza che toglie la sensibilità.
Dopo qualche settimana di ripetute punture, la persona inizia a provare di prurito locale, avvertendo così la presenza del parassita.
E’ quindi il prurito dapprima localizzato alle zone di deposizione delle lendini ed in seguito alla nuca e alla parte alta del tronco (prurito a mantellina) a caratterizzare tale malattia. Come per la scabbia, l’origine del prurito è principalmente di natura allergica; pertanto tra l’infestazione e la comparsa dei sintomi trascorrerà un periodo di latenza durante il quale è più facile la trasmissione della malattia.
Il grattamento può essere causa di lesioni escoriate, impetiginizzazione con adenopatia cervicale.
DIAGNOSI
La diagnosi si basa sulla intensa sintomatologia pruriginosa al capo e sul ritrovamento delle lendini, specialmente all’altezza della nuca o dietro le orecchie che appaiono come puntini bianchi o marrone chiaro, di forma allungata, traslucidi, poco più piccoli di una capocchia di spillo
Si differenziano dalla forfora in quanto le lendini non si staccano dal capello quando lo si fa scorrere tra le dita, essendo tenacemente attaccate ad esso da una particolare sostanza adesiva.
La forfora, al contrario, è facilmente asportabile.
TERAPIA
La pediculosi del cuoio capelluto è facilmente trattabile.
La terapia si basa sull’uso di sostanze topiche, a base di carbaril (es. Azolin polvere) o di malathion (es. Aftir gel) o di piretroidi, quali la permetrina (es. Nix crema) o la piretrina (es. Milice mousse termosensibile).
Le linee guida attuali suggerirebbero l’uso in prima istanza dei piretroidi, riservando gli altri insetticidi alternativi in caso di persistenza di pidocchi ancora vivi dopo due trattamenti con i piretroidi.
E’ importante seguire scrupolosamente le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo e suggerite dal proprio medico di fiducia, al fine di evitare eccessi terapeutici.
Non si deve mai applicare alcun insetticida o altra sostanza chimica non specificamente indicata per l’uso sull’uomo, tantomeno sostanze tossiche o infiammabili, possibili causa di intossicazioni o addirittura morte.
Sono di solito sufficienti due applicazioni a distanza di otto giorni l’una dall’altra, per eliminare i parassiti usciti dalla schiusa delle lendini dopo il trattamento iniziale. Le uova infatti sono particolarmente resistenti ad alcuni trattamenti antipediculosici, i quali sono limitatamente ovicidi.
Per eliminare le uova è conveniente usare un pettine a denti molto fitti o intervenire manualmente. Per ottenere un buon risultato, dopo aver risciacquato i capelli dallo shampoo, occorre bagnare i capelli con acqua e aceto tiepidi (100 gr. di aceto diluiti in un litro di acqua calda): ciò è necessario poiché il materiale che mantiene attaccate le lendini al pelo viene rimosso solo con acidi o alcali a caldo.
Occorre procedere con pazienza, non avendo limiti di tempo, mettendosi in una zona della casa ben illuminata, disponendosi a pettinare accuratamente ciocca per ciocca partendo dalla radice dei capelli. Prima di iniziare mettere un asciugamano tra i capelli e le spalle.
Dividere i capelli in quattro sezioni, trattenendoli con delle forcine. Iniziando con una sezione, selezionare una piccola area della sezione, e pettinare partendo dalla base dei capelli sino alla punta. Dopo ogni pettinata immergere il pettine in acqua calda e asciugarlo con un fazzoletto di carta.
Continuare sino ad aver controllato tutte le sezioni.
Visto che tali manovre impegnano per un tempo significativo, può essere utile distrarre il bambino, aiutandosi con un video in tv. Porsi quindi dietro di lui, e, usando una luce intensa (se si dispone di una lente di ingrandimento ancora meglio), ispezionare e pettinare i capelli, piccole quantità per volta.
E’ bene ricordare che le uova vengono deposte e cementate dalla femmina alla base del capello, vicino alla cute; quindi, dal momento che esse seguono il capello nella sua crescita dalla base, trovare lendini a 1.2 centimetri dal cuoio capelluto, è solitamente indicativo di uova schiuse e quindi non indicative di infestazione attiva.
I pettini e le spazzole per capelli usati debbono essere disinfettati immergendoli in uno shampoo antiparassitario per 4 minuti e poi bolliti o lavati in acqua molto calda (60°C-128.3°F) saponosa per 10 minuti., facendo attenzione ad eliminare le eventuali lendini presenti. In alternativa immergerli per 1 ora in acqua bollente con detersivo.
Gli asciugamani usati per asciugare i capelli dopo il trattamento debbono essere lavati immediatamente.
I giocattoli (es. animali di pelouche) e gli oggetti che non possono essere lavati in acqua o a secco vanno lasciati all’aria aperta per almeno 48 ore, oppure conservati in un sacchetto di plastica per due settimane.
E’ necessario che tutti i membri della famiglia si sottopongano ad accurata ispezione del capo in quanto la pediculosi può colpire anche gli adulti.
E’ necessario che il controllo ed il trattamento dei bambini di una stessa classe avvenga contemporaneamente al fine di evitare che bambini già trattati siano di nuovo infestati.
Gli indumenti, le lenzuola, le federe, gli asciugamani, i berretti, le sciarpe o altro che possa essere venuto a contatto con i pidocchi nei due giorni precedenti il trattamento, dovrà essere sottoposto a lavaggio a 60°C.
Per gli indumenti che non possono essere lavati ad acqua si può ricorrere al lavaggio a secco o alla conservazione in sacchetti di plastica chiusi per 2 settimane.
I divani, le poltrone e soprattutto i cuscini se sono in tessuto debbono essere spazzolati.
Per gli ambienti non sono indicati trattamenti di disinfestazione. E’ sufficiente la normale pulizia quotidiana utilizzando i normali apparecchi aspiranti, avendo cura di eliminare il sacchetto ogni volta.
PREVENZIONE
Innanzitutto non esiste alcun prodotto che abbia effetto preventivo.
La prevenzione della pediculosi richiede alcuni accorgimenti:
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evitare di prestare e scambiare oggetti personali (pettini, sciarpe, cappelli, spazzole, nastri, fermagli per capelli, asciugamani, ecc.)
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evitare di ammucchiare capi di vestiario a scuola o in altri luoghi di aggregazione: se non è possibile tenerli separati gli uni dagli altri o di disporre di una armadietto personale è meglio appoggiarli sulla spalliera della propria sedia.
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non appoggiare la testa dove si presume l’abbiano appoggiata soggetti con i pidocchi.
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evitare o perlomeno limitare i contatti testa-testa in presenza di situazioni a rischio (sui banchi di scuola, sugli autobus, ecc.)
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controllare accuratamente i capelli una-due volte alla settimana, (soprattutto nel periodo da agosto a novembre), dopo il lavaggio e l’asciugatura, specialmente a livello della nuca e dietro le orecchie, per accertarsi che non ci siano lendini.
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le lendini sono ben visibili e benchè simili alla forfora, si differenziano da questa in quanto sono molto aderenti al capello.
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il controllo va intensificato in occasione di episodi di pediculosi, siano essi isolati o numerosi nei compagni di scuola.
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lavare i capelli con una certa regolarità.
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pettinare frequentemente e regolarmente i capelli con un pettine, esclusivamente personale, a trama fitta.
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curare le usuali norme igieniche soprattutto in situazioni che possono essere di maggior rischio come i viaggi e la vita di gruppo.
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controllare con molta attenzione la testa di tutti i conviventi del bambino e quindi il nucleo familiare e le altre persone che possono essere entrate in stretto contatto, perché spesso sono loro la fonte del contagio.
Sono inutili i provvedimenti di disinfestazione delle aule e tantomeno la chiusura delle scuole in quanto il pidocchio non sopravvive fuori dalla testa umana.
Sono inutili, se usati a scopo preventivo, i prodotti utilizzati per la cura dei pidocchi.
COSA DICE LA LEGGE:
MISURE DI PROFILASSI PER ESIGENZE DI SANITA' PUBBLICA.
La circolare del Ministero della Sanità n.4 del 13.03.1998, prevede “restrizioni della frequenza di collettività fino all’avvio di idoneo trattamento di disinfestazione, certificato dal medico curante”.
Pertanto qualora il bambino non venga adeguatamente sottoposto a tale trattamento dovrà essere disposto l’allontanamento dalla sede scolastica da parte dell’U.O. Igiene e Sanità Pubblica in modo da interrompere la catena di trasmissione.
Quindi per la riammissione a scuola, se si eseguono scrupolosamente le indicazioni per eliminare i pidocchi, il bambino può tornare a scuola il mattino dopo il primo trattamento.
DOMANDE
E
RISPOSTE
Che cosa sono i pidocchi del cuoio capelluto?
I pidocchi del cuoio capelluto (pediculus humanus capitis) sono dei piccoli insetti parassiti senza ali che si sono adattati a vivere sui capelli dell’uomo.
Si nutrono di sangue una o più volte al giorno e non possono sopravvivere più di 1-3 giorni al di fuori dell’ospite.
Non sono in grado di volare o saltare e pertanto non si allontanano dal loro habitat naturale.
Da chi li ha presi mio figlio?
Per contatto diretto testa-testa con i capelli di una persona infestata.
La trasmissione della malattia può avvenire anche tramite spazzole per capelli o pettini utilizzati da individuo infestato, ma ciò avviene meno frequentemente.
Come faccio a sapere se mio figlio ha i pidocchi?
Difficilmente si trovano i pidocchi. La diagnosi si basa sulla scoperta delle lendini, che sono le uova deposte dalla femmina, in prossimità dell’attaccatura del capello al cuoio capelluto.
In quale zona del cuoio capelluto è più facile trovare le lendini?
Si debbono ricercare soprattutto nelle regioni retroauricolare e occipitale.
Un metodo pratico, specie nel caso di capelli lunghi, è il seguente:
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Applicare un balsamo per capelli su capello asciutto in modo da coprire ogni capello dalla radice fino alla punta
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Inizialmente usare un normale pettine per sbrogliare eventuali capelli ingarbugliati. Subito dopo usare un pettine a denti fini, partendo dalla radice fino alla punta del capello. Togliere il balsamo dal pettine usando una velina di carta, controllando se vi siano pidocchi e uova. Ripetere la pettinata per ogni parte della testa almeno 5 volte.
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Controllare se sul pettine vi siano pidocchi o lendini.
Come faccio a distinguere le lendini dalla forfora?
Se si sospetta che su di un capello sia attaccata una lendine, lo faccio scorrere tra le dita: la forfora viene via, la lendine no perché è attaccata al pelo da una resina prodotta dal pidocchio. La forfora viene rimossa semplicemente anche con una spazzolata.
Come si manifesta la pediculosi del cuoio capelluto?
Il prurito è ciò che porta alla scoperta della pediculosi. Dapprima localizzato al cuoio capelluto, tende poi a diffondersi alla nuca ed alla parte alta del dorso. Non è indicativo dell’inizio dell’infestazione in quanto esso rappresenta un fenomeno di natura allergica al pidocchio e quindi non è presente nelle prime settimane di malattia.
Come faccio a sapere da quanto è presente la pediculosi?
Le lendini vengono deposte alla base dei capelli. Sapendo che il capello cresce 0.3-0.4 mm al giorno, misurando la distanza della lendine dalla cute del cuoio capelluto ottengo la risposta. Se per esempio una lendine si trova ad un cm di distanza, essa è stata deposta circa 25 giorni prima. Sapendo peraltro che la schiusa delle uova avviene in genere dopo 7-10 giorni dalla deposizione, viene di conseguenza che lendini che distano più di 1.2 cm dal cuoio capelluto possono ritenersi disabitate.
C’è pericolo di epidemia?
Benché la pediculosi del cuoio capelluto sia trasmissibile, il loro potenziale di indurre una epidemia è minimo e sicuramente inferiore a quello proprio di una forma virale quale un raffreddore o l’influenza.
Avere i pidocchi significa essere una persona sporca?
NO.
Mio figlio ha i pidocchi. Io no. Devo fare qualche trattamento per prevenire l’infestazione?
NO. E’ importante il controllo dei capelli ogni 2-3 giorni e sottoporsi al trattamento solo se si scoprono parassiti o lendini.
Ho un gattino. Deve essere trattato per i pidocchi?
NO. I pidocchi del cuoio capelluto non vivono sugli animali domestici.
Come bisogna comportarsi per evitare nuove infestazioni?
Per evitare reinfestazioni può esser utile seguire queste regole:
Per eliminare pidocchi e uova, lavare in lavatrice tutti gli indumenti lavabili (ricordarsi i pigiami), le lenzuola e le federe che le persone infestate hanno toccato nei due giorni precedenti il trattamento. Usare il ciclo ad acqua calda (60°C/140°F), e stirare col ferro a vapore.
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Usare il lavaggio a secco per ciò che non può essere lavato (cappotti, berretti, sciarpe, ecc.).
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I vestiti, gli animali di peluche, ecc. che non possono essere lavati in lavatrice o a secco devono essere messi in un sacco di plastica, da riaprirsi dopo due settimane.
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Pettini e spazzole devono essere lasciati in una soluzione di shampoo antiparassitario per un’ora oppure lavati con sapone e acqua calda (60°C/140°F), ogni giorno.
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Sui pavimenti, i mobili, in automobile passare l'aspirapolvere.
Come prevenire le reinfestazioni?
Poiché la trasmissione dei pidocchi avviene direttamente per contatto testa-testa e indirettamente (meno frequentemente) tramite vestiti contaminati od oggetti personali, sarà bene seguire tali consigli:
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evitare contatti testa-testa durante l’attività scolastica, attività sportiva, ecc.;
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non condividere con altri berretti, sciarpe, giacche, cappotti, divise sportive, nastri fermacapelli;
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non condividere pettini, spazzole o asciugamani infestati;
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on dormire in letti, divani, guanciali, tappeti o animali di peluche che sono stati recentemente in contatto con una persona infestata.
Come curare la pediculosi del capillizio?
I prodotti contro i pidocchi sono insetticidi e pertanto vanno usati secondo precise modalità e devono essere applicati accuratamente sui capelli e sul cuoio capelluto.Poiché le uova sono particolarmente resistenti ad alcuni trattamenti, è spesso richiesta una seconda applicazione 8-10 giorni dopo la prima per eliminare gli eventuali parassiti usciti dopo la schiusa delle lendini.
Quindi procedere come segue:
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Innanzitutto coprire gli occhi del bambino con un asciugamano durante l’applicazione del trattamento.
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Applicare il prodotto su tutte le zone del cuoio capelluto distribuendolo bene sui capelli dalla radice alla punta.
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Per capelli lunghi applicare il prodotto alla base dei capelli e poi usare un pettine normale per distribuire la sostanza sino alla punta dei capelli. Ripetere l’operazione finché non se ne è ottenuta una uniforme distribuzione.
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Lasciare la preparazione sui capelli secondo le istruzioni.
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Dopo questo tempo pettinare i capelli con un pettine a denti fitti, dalla base sino alla punta asciugando ogni volta il pettine.
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Ripetere finché tutta la testa è stata pettinata almeno due volte e poco prodotto si può osservare sui capelli.
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Risciacquare.
E’ vero che si possono usare alcuni antibiotici per eliminare i pidocchi?
Si è visto come negli organi interni (fegato) del pidocchio risiedano alcuni tipi inusuali di batteri. Tali batteri aiuterebbero il parassita o a digerire il pasto a base di sangue oppure apporterebbero nutrienti essenziali. Alcuni antibiotici sarebbero in grado di eliminare tali batteri: nutrendosi del sangue in cui è veicolato l’antibiotico, il pidocchio andrebbe incontro a morte.
Sulla base di tale assunto sarebbe nato l’uso del “Bactrim”.
Si sconsiglia tale uso, prima di tutto perché tale antibiotico non ha questa indicazione e soprattutto perché il suo uso in una patologia innocua come la pediculosi del cuoio capelluto potrebbe accelerare o diffondere resistenze batteriche, diminuendo l’utilità dell’antibiotico in infezioni serie e pericolose per la vita.
Come eliminare materialmente le lendini?
Usare un pettine a denti fitti immerso in acqua tiepido-calda e aceto (la sostanza che cementa le uova al pelo cede solo con acidi o alcali a caldo), o manualmente facendo scorrere i capelli tra le dita.
E’ utile tagliare i capelli al bambino?
NO. Se il bambino o la bambina portano i capelli lunghi sarà bene che li tengano raccolti quando sono a scuola o giocano con gli altri bambini. Certamente i capelli corti permettono una più facile e veloce ricerca dei pidocchi e delle lendini, ma sicuramente non rendono il bambino invulnerabile all’infestazione.
E’ utile lavare i capelli tutti i giorni?
Lavare i capelli quotidianamente può allontanare qualche pidocchio attivo ma non tutti.
Possono essere utili gli shampoo antiforfora?
NO. L’affermazione che siano efficaci contro i pidocchi è nata probabilmente da una errata identificazione della forfora con i pidocchi.
Si possono prendere i pidocchi nuotando in piscina?
Con un sicuro margine di sicurezza, NO. Pidocchi o lendini che si siano staccate da un nuotatore, molto probabilmente dovrebbero essere rimosse dal filtro della piscina o dovrebbero morire prima che abbiano una reale probabilità di trasmettersi ad altro nuotatore.
I pidocchi del cuoio capelluto portano altre malattie?
NO.
Gli animali domestici portano i pidocchi?
NO, in quanto i pidocchi che vivono sugli animali non possono vivere sull’uomo e viceversa. Non debbono quindi essere trattati con pediculocidi.
Occorre usare insetticidi in casa per sbarazzarsi dei pidocchi?
L’uso di insetticidi in casa, nell’automobile, sui tappeti o sui mobili generalmente non offre alcuna garanzia. Oltre che non necessari, si corre il rischio poi di esporre gli occupanti ai suoi residui chimici.
Si può usare qualcosa, in via preventiva, per non prendere i pidocchi?
Non vi è nulla che possa essere efficacemente utilizzato in tal senso. Anzi l’uso incongruo e prolungato di sostanze chimiche o non, potrebbe risultare pericoloso alla salute. Trovare e curare correttamente i pidocchi fa correre sicuramente meno rischi rispetto a qualunque prodotto “repellente”.